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“Casa Italia”, la proposta dei professionisti al Premier Matteo Renzi

06/09/2016

“Casa Italia”, la proposta dei professionisti al Premier Matteo Renzi

Sono almeno 12 milioni gli immobili in Italia che necessiterebbero opere di risanamento. Un intervento che coinvolge circa 23 milioni di cittadini con un costo che può essere stimato sui 100 miliardi di euro. A questa necessità risponde la proposta di Piano nazionale di prevenzione del rischio sismico presentato dalla Rete delle Professioni Tecniche nell’incontro con il Premier Matteo Renzi e il Sottosegretario Claudio De Vincenti. Un appuntamento fissato per capire su quali passi in avanti si muoverà il progetto “Casa Italia”


Cosa si può fare per mettere in sicurezza le vite umane e conservare il patrimonio abitativo e artistico del Paese? L’obiettivo che si pone il Governo, dopo l’ultimo terremoto, è senza mezzi termini. Con altrettanto decisionismo rispondono i professionisti dell’area tecnica, che si sono subito messi a disposizione dello Stato. Ecco una sintesi della proposta di Piano nazionale di prevenzione del rischio sismico, tre passi ben precisi da compiere nell’ambito di una revisione e un riordino complessivi della normativa in materia di prevenzione e gestione del pericolo sismico:


1) Azione di monitoraggio immediata sul livello di vulnerabilità per ciascun edificio.


Il vantaggio di questo step è rappresentato dalla celerità con cui una serie di informazioni-chiave possono essere raccolte, indirizzando l’intervento successivo.


2) Adozione del Fascicolo del fabbricato per ciascun edificio pubblico e privato entro 24 mesi dall’emanazione di uno specifico decreto legislativo che integri i dati già acquisiti, partendo dalla vulnerabilità degli elementi rilevati, definendo con esattezza le modalità di risanamento del rischio. Uno strumento dinamico, concepito come uno specchio dell’esistente, in cui riportare tutte le informazioni utili in chiave di sicurezza sismica grazie alle figure tecniche abilitate alla sua redazione.


Il vantaggio di questo step consiste nell’approfondimento dell’identificazione e analisi degli eventuali elementi di rischio, così come anche nell’individuazione delle migliori tecniche e modalità di intervento per il risanamento dell’edificio.


3) Introdurre con apposito decreto legislativo attuativo una certificazione sismica obbligatoria a cura di un tecnico abilitato, da attuarsi inizialmente nelle compravendite e negli affitti e a corredo delle nuove costruzioni e, successivamente, da estendere a tutti gli immobili, pubblici e privati, entro tempi certi, partendo dalle zone con priorità sismica 1.


Il vantaggio di questo step, in primis, è permettere al proprietario di conoscere lo stato di sicurezza del proprio immobile offrendo, nel contempo, allo stesso la capacità di comprendere il livello di complessità dell’intervento di messa in sicurezza eventualmente necessario.
In questa cornice, uno degli elementi cardine per la corretta attuazione e per l’efficacia del Piano di prevenzione del rischio sismico proposto, è il principio della sussidiarietà: alle Amministrazioni Pubbliche dovrà essere assegnata la funzione di programmazione, coordinamento e controllo, soprattutto ad ultimazione degli interventi, mentre ai tecnici dovrà essere riconosciuto il ruolo di attuatori di interventi specifici, nel rispetto delle competenze professionali assegnate per legge a ciascuna professione, e di controlli condotti ex post.
Nel documento, inoltre, sono toccati anche i temi della formazione e dell’incentivazione fiscale. Il primo per affermare un impegno alla tutela sociale e il secondo per individuare le misure necessarie per portare a termine il progetto.
A margine dell’incontro, il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli si è soffermato su due punti: l’esigenza di uno screening del territorio teso a definire la vulnerabilità sismica; l’opportunità, in seguito, di utilizzare uno strumento fondamentale e già esistente, come la banca dati catastale dell’Agenzia delle Entrate, aggiungendo per ciascun edificio un parametro di definizione del livello di sicurezza. Qui in un’intervista a Radio Vaticana.


Per approfondire: 

Comunicato Stampa della Rete delle Professioni