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Un testo unico per gli incentivi
In merito alla auspicabile trasformazione strutturale del Superbonus 110% proposta dal Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli, il quotidiano economico – finanziario ITALIA OGGI ha pubblicato nell’edizione odierna una sua intervista
“In considerazione delle grandi aspettative che la politica ripone sull’applicazione del Superbonus 110%, sia in termini economici, sia di conservazione del patrimonio immobiliare edilizio, sarebbe opportuno che il legislatore avviasse un confronto con i soggetti deputati ad operare “sul campo”, che potrebbero tempestivamente segnalare eventuali discrasie capaci di renderne problematica l’applicazione stessa”.
Con questa esortazione si è concluso l’intervento alla Camera del Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati Maurizio Savoncelli, in audizione presso la Commissione vigilanza dell’Anagrafe Tributaria dove, assieme al coordinatore Armando Zambrano, ha presentato le proposte per una migliore applicazione dell’incentivo introdotto dal decreto Rilancio.
Ecco la sua intervista.
Presidente Savoncelli, i temi sollevati dalla RPT (nell’occasione rappresentata da ingegneri e geometri) toccano una serie di aspetti tecnici forse poco “comunicabili” ai cittadini, ma di importanza primaria rispetto all’applicazione concreta delle misure per l’efficientamento energetico.
È così. Il punto di partenza della riflessione elaborata della RPT è che se l’incentivo fiscale è un elemento determinante in chiave di risparmio energetico, sostenibilità ambientale e sicurezza antisismica, in misura anche maggiore lo sono una serie di altre variabili, prime fra tutte la durata temporale del beneficio.
A proposito: si parla già di una proroga al 2024, la ritiene sufficiente?
La ritengo utile per fare fronte ad esigenze contingenti. La prima rimanda alla complessità degli interventi ammessi al beneficio, che in larga parte coinvolgono i condomìni: in questi casi, è lecito aspettarsi che le decisioni su interventi impegnativi richiedano tempi lunghi; la seconda fa riferimento ai relativi iter burocratici, pesantemente rallentati dalle oltre trenta asseverazioni richieste, rispetto alle quali abbiamo chiesto l’introduzione di un meccanismo di ravvedimento operoso nell’ipotesi di errori formali; la terza chiama in causa l’impossibilità di accedere agli archivi edilizi non ancora digitalizzati (in sostanza: tutte le pratiche antecedenti gli anni Novanta), a causa del larghissimo ricorso delle amministrazioni pubbliche allo smart working, quale misura di contenimento dell’epidemia Covid-19. In questo scenario, il rischio che non si riesca a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2021 è altamente probabile, e quindi ben venga una dilazione dei termini. Detto ciò, ribadisco quanto dichiarato in altre sedi: la portata del Superbonus 110% è tale da richiedere una sua trasformazione strutturale.
Un altro tema posto all’attenzione della Commissione è quello della “varietà legislativa”, per usare le sue parole: tanti soggetti che intervengono sullo stesso tema, talvolta in maniera irrituale.
Premessa la legittimità degli interventi, la sollecitazione della RPT a soggetti autorevoli quali MIT, MISE, Enea, Agenzia delle Entrate è di operare una sintesi rispetto alle specifiche competenze e di farle convergere in un testo unico di riferimento, laddove potrebbero essere apportate integrazioni e miglioramenti. Mi riferisco, in particolare, alla possibilità per gli immobili di categoria A1 (abitazioni di tipo signorile) e A8 (abitazioni in ville) ormai privi delle caratteristiche originali, di accedere ai benefici fiscali. Le conseguenze di queste esclusioni sono evidenti, a partire dalla difficoltà dei trasferimenti immobiliari e la trascuratezza delle aree circostanti.
In ultimo: la trasparenza. In audizione ha sostenuto che occorre preservare lo spirito di servizio che è all’origine del provvedimento, pena la perdita di fiducia da parte dei cittadini.
È importante non derogare ai “paletti” fissati all’origine del provvedimento, ossia la copertura al 100% delle spese sostenute, comprese quelle di tutte figure tecniche coinvolte, unitamente alla possibilità di usufruire di un ulteriore beneficio del 10% sotto forma o di detrazione diretta, o di sconto in fattura da chi realizza l’intervento, o di cessione a terzi. Per far si che le percentuali rimangano tali, possiamo utilizzare due leve: istituire un osservatorio, con il compito di intervenire in situazioni di irregolarità; vigilare affinché le prestazioni erogate siano di qualità, e pertanto remunerate nel rispetto dell’equo compenso. Solo la qualità può rendere veramente applicabile una misura sulla quale grava la responsabilità di rilanciare il Paese.
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