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Exploit delle immatricolazioni negli atenei

Le iscrizioni all’università italiana salgono per il sesto anno consecutivo. Fra le scelte alla base del risultato, l’impegno del ministero che ha ridotto e, in alcuni casi, annullato le tasse universitarie alla metà degli studenti, elevando la ‘no tax area’ grazie allo stanziamento di 1,4 miliardi nel decreto ‘Rilancio’. Non da meno, la spinta raggiunta dalle borse di studio che hanno toccato il tetto di 300 milioni

Alla crescita del 7.6% registrata nell’anno accademico 2020/2021, che le serie storiche del ministero confermano come un ritorno ai livelli ottimali di inizio millennio, si aggiunge la ‘riscossa’ del sud (con circa 8mila studenti in più) che stavolta supera lievemente persino il settentrione. 

Le regioni che contano l’aumento maggiore sono l’Umbria (22%) e la Sicilia (18,8%), anche se il dato diviene ancor più interessante osservando i risultati degli atenei come la Tuscia (+56,3%), Perugia (+35,2%), Napoli l’Orientale (+32,4), Messina (+27,4), Foggia (+26,8%), Verona (+26,7%), Sannio (21,7%), Roma Tre (21,6%), Camerino (19,8%), Genova (17,6%). 

Fra le scelte alla base dell’inversione, l’impegno del ministero che ha ridotto e, in alcuni casi, annullato le tasse universitarie alla metà degli studenti, elevando la ‘no tax area’ grazie allo stanziamento di 1,4 miliardi nel decreto ‘Rilancio’. Non da meno, la spinta raggiunta dalle borse di studio che hanno toccato il tetto di 300 milioni.

L’aspetto economico si associa felicemente alla limitazione degli spostamenti indotta dalle misure sanitarie di sicurezza, riportando gli studenti ‘sotto casa’ e generando un effetto ‘concatenato’: le matricole benestanti non ricercano atenei in Europa, i giovani del meridione non si trasferiscono al nord o a Roma. In questo quadro contribuisce anche il temuto pendolarismo, che di fatto premia l’università della Tuscia e toglie risorse al Politecnico di Bari che perde il 9,4%. Due facce di una stessa una medaglia in cui emerge anche l’università del Salento che inserisce nell’offerta accademica il nuovo corso di laurea in ingegneria biomedica, tassello importante del “Salento Biomedical District”.

Pensare che solo alcuni mesi fa si ipotizzava un crollo del 20% delle iscrizioni. 

Per il Ministro Gaetano Manfredi “non ci sono differenze fra nord e sud, conta l’avvicinarsi in prospettiva alla media europea dei laureati nella popolazione. Quanto emerge dalle immatricolazioni conferma che i ragazzi e le famiglie credono ancora nel valore delle competenze, mentre l’università e la ricerca – come emerso anche da un sondaggio di Repubblica – sono tornate al centro del dibattito politico”.

“In questo trend – commenta il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli - si inserisce l’istituzione della nuova classe laurea ad orientamento professionale in ‘Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio’ (LP-01), che presenta un piano accademico pienamente coerente con la nostra proposta di riforma del percorso di accesso e con la professione stessa, capace di valorizzarne tanto gli aspetti più innovativi quanto la vocazione inter/multidisciplinare, prerogative fondamentali affinché i liberi professionisti possano operare nel contesto disegnato dall’innovazione tecnologica e dalla rivoluzione digitale. Fra gli aspetti qualificanti – aggiunge il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli - la nuova classe di laurea darà l’accesso alla professione di geometra, evitando la sovrapposizione con le classi L7 Ingegneria Civile e Ambientale ed L23 Scienze e Tecniche dell’Edilizia. Infine – precisa il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli – l’avvio di questa riforma del percorso di accesso e l’impulso dei Collegi provinciali hanno permesso che negli ultimi anni fossero siglate delle convenzioni con i principali atenei nazionali per l’inizio dei corsi di ‘laurea del geometra’. Una rete e un esempio che, in base alla tendenza confermata dai dati dichiarati dal ministero, riteniamo favorirà ulteriormente la diffusione del titolo”.

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