HeaderArchivioNews

NEWS

Archivio news (2020-2014)

Aggregatore Risorse

angle-left Retromarcia del Governo sulle consulenze dei docenti universitari e dei ricercatori

Retromarcia del Governo sulle consulenze dei docenti universitari e dei ricercatori

La Rete delle Professioni Tecniche e il Comitato Unitario delle Professioni ottengono lo stralcio della norma sulla liberalizzazione delle attività extraistituzionali dei docenti e dei ricercatori universitari

 

Grazie a un incessante impegno volto a richiamare l’attenzione e profuso verso i rappresentanti delle istituzioni e gli esponenti del mondo politico, la Rete delle Professioni Tecniche e il Comitato Unitario Professioni hanno ottenuto lo stralcio dal DL Semplificazione dell'emendamento 19.15, che avrebbe consentito ai professori e ai ricercatori universitari a tempo pieno di svolgere attività extraistituzionali in favore di privati e enti pubblici.

Come ampiamente sottolineato (leggi QUI e QUI) l’entrata in vigore del testo avrebbe permesso l’ingresso nel mercato di una nuova ‘libera professione’, che operativamente non avrebbe osservato alcuna regola a tutela della committenza semplicemente perché non prevista, generando una grave disparità rispetto alle altre categorie che sono tenute a ottemperare un quadro di regole articolato e oneroso. Una scelta lesiva per la libera concorrenza e che avrebbe posto i giovani professionisti, in particolare, in una posizione svantaggiosa.

Inteso come l’interpretazione ‘autentica’ di una norma del 2010, questo emendamento avrebbe persino annullato definitivamente i procedimenti presso la Corte dei Conti, relativamente alle attività professionali svolte in passato in violazione dei principi sopra richiamati.

Per fortuna, le prese di posizione non si sono fatte attendere: numerosi i senatori che hanno subito colto quanto fossero fondate le argomentazioni di CUP e RPT contenute in un esaustivo parere. Ciascuno di loro ha espresso la propria contrarietà, malgrado l’emendamento fosse stato già approvato dalle Commissioni e dal Governo, consentendo così lo stralcio del testo e la mancata conversione in legge. Anche il concorde parere del MEF – Ragioneria dello Stato è stato decisivo, al fine di comprendere quanto l’emendamento, tra l’altro, avrebbe comportato l’eliminazione di tutte le limitazioni allo svolgimento di attività extraistituzionali, incentivato il ripristino del rapporto di lavoro a tempo pieno per coloro che avevano optato per il tempo definito, nell’intento di conciliare l’attività didattica con quella extraistituzionale. Si sarebbe ottenuto uno schema fuori controllo, con maggiori costi a carico degli atenei e della finanza pubblica. Senza alcuna possibilità di escludere, infine, che tale contesto avrebbe dato luogo a richieste emulative anche dagli altri comparti pubblici.

Si tratta di un’importante risultato per i professionisti italiani che hanno scongiurato una norma illegittima e dannosa, oltretutto fortemente penalizzante nei confronti dei professori e ricercatori universitari sia a tempo pieno, sia a tempo definito, che con serietà esercitano nel rispetto delle leggi, conciliando i loro impegni con le fondamentali esigenza della didattica.

 

QUI il comunicato stampa