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RPT interviene sul protocollo cantieri del MIT

Alla riapertura dei cantieri nuove responsabilità a carico dei professionisti abilitati a svolgere la funzione di coordinatori della sicurezza. E’ quanto previsto nel nuovo protocollo MIT che inserisce delle novità in contrasto con l’impianto normativo vigente nella sicurezza 

In una nota la Rete Professioni Tecniche esprime il proprio sgomento al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli. Nella stesura dell’ultimo “Protocollo d’intesa per la salute e la sicurezza nei cantieri edili”, un testo di estrema importanza sulla sicurezza dei lavoratori e sull’attività svolta dai coordinatori della sicurezza (Coordinatore della Sicurezza in fase di Progettazione e Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione), la rete di rappresentanza dei professionisti tecnici non è stata consultata.  

In particolare, generano allarme alcuni aspetti contrastanti con quanto finora contemplato dalle norme vigenti sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. E, a tal proposito, la Rete Professioni Tecniche sottolinea alcuni passaggi:

  • nella premessa si legge “… I committenti attraverso i coordinatori per la sicurezza, vigilano affinché nei cantieri siano adottate le misure di sicurezza anti contagio…” ma, com’è noto, l’obbligo di vigilare sull’operato dei lavoratori è affidato al datore di lavoro, al dirigente ed al preposto; tale indicazione è pertanto in contrasto con le norme vigenti;
  • al punto 5 si riporta che “…il coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, con il coinvolgimento del RLS - Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza o, ove non presente, del RLST - Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale, adegua la progettazione del cantiere alle misure contenute nel presente protocollo, assicurandone la concreta attuazione”. Anche tale indirizzo è inapplicabile per ovvi motivi, in quanto il documento elaborato dal Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettazione è un documento di progetto e non riguarda la fase di apertura del cantiere, per cui non vi è ancora l’appaltatore né l’RLS - Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza; 
  • dal Protocollo viene introdotto l’adeguamento del Piano di Sicurezza e Coordinamento con il coinvolgimento del RLS - Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Una novità inutile e foriera di confusione sui ruoli, in quanto il datore di lavoro nella predisposizione del Protocollo delle misure anti contagio e già in precedenza del Piano Operativo della Sicurezza è tenuto a “consultare preventivamente e tempestivamente il RLS/RLST”. E’ questa, e soltanto questa, la sede utile e logica per la partecipazione del RLS - Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

 

La Rete Professioni Tecniche rammenta che sul tema in questione sono stati elaborati innumerevoli documenti e, per legge, erogati corsi di formazione e di aggiornamento professionale dei propri iscritti. Un’attività puntualmente e regolarmente condotta con la collaborazione delle istituzioni. Una sinergia che la Rete Professioni Tecniche auspica si possa rinnovare, assicurando da subito la massima disponibilità a collaborare con il MIT per la rivisitazione del Protocollo, alla luce delle note inoltrate, dettate dall’esperienza e dalla conoscenza delle esigenze di sicurezza nei cantieri edili.

 

QUI il comunicato stampa RPT