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Il ‘modello Genova’
L’Italia dà il benvenuto nuovo Ponte di Genova e oggi completa la posa in opera dell’ultima campata. Si tratta di una struttura all’avanguardia, concepita con l’ineguagliabile contributo di Renzo Piano, un risultato ambìto e raggiunto con la forza e l’energia del team dedicato, composto - fra le altre figure tecniche – da Geometri fieri di aver partecipato alla realizzazione dell’opera
Non meno di due giorni prima della cerimonia che ha suggellato l’installazione dell’ultimo tratto, nel corso di una riunione sulla ripresa del Paese con i protagonisti del mondo delle costruzioni e dell’edilizia, il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli ha citato la ricostruzione del ponte sul Polcevera, quale esempio virtuoso a cui guardare nel nostro Paese per definire un modello operativo e risolutivo delle grandi opere.
L’ANALISI del Presidente CNGEGL Maurizio Savoncelli
”Si parla di un ‘piano shock’ e di un ‘modello Genova’ per la ricostruzione del ponte sul Polcevera – aveva detto il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli - in realtà queste sono, a mio parere, la ‘normalità delle cose’. L’anomalia sono i tempi di esecuzione delle opere ed è proprio qui che – come esponenti di questo mondo – chiediamo di essere ascoltati". Aveva così iniziato un intervento ben più ampio, che nella sua introduzione però fissava come esempio l’andamento di questo cantiere.
Il senso della sua introduzione trova conferma nei principali titoli dei media odierni, in cui “il modello Genova” si palesa pienamente nella sua interezza, un’opera imponente e tecnologicamente avanzata. Basti pensare a uno dei dettagli che rappresentano la cifra innovativa della ‘creatura’ dell’architetto Renzo Piano: lateralmente, trovano spazio i corridoi sottostanti in cui si muoveranno i robot ‘addetti alla manutenzione’.
“Con oggi registriamo l’ennesima affermazione del ‘made in Italy’ delle costruzioni – ha dichiarato il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli - che tanto successo ha riscosso all’estero. Un esito tale da imporci ora più che mai una riflessione lunga e attenta, relativamente all’attenzione che merita questo comparto italiano: un’industria che genera il 22% del PIL nazionale. Un volano che, solo per monitoraggio, la manutenzione, l’adeguamento delle strutture può rappresentare molto di più. Se aggiungiamo che si tratta di opere concepite per un mondo che anagraficamente è superato, per un mondo che è completamente cambiato, è facile comprendere che l’indotto interessato si innalzerebbe. Come è corretto che sia, se vogliamo risparmiare le vite umane”.
IL PUNTO del Presidente del Collegio di Genova Paolo Ghigliotti
Su quella che viene anche definita la rinascita di Genova, interviene anche il Presidente del Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati del capoluogo ligure. “La posa dell'ultimo impalcato - spiega Paolo Ghigliotti- del nuovo ponte di Genova, il cosiddetto "tappo", assume a mio avviso, un duplice significato. In primo luogo la conferma che la capacità realizzativa e organizzativa dell'intera filiera dell'edilizia italiana, dai tecnici alle nostre maestranze, che, quando sono posti in condizione di fare ciascuno il proprio lavoro, non sono secondi a nessuno. Hanno dimostrato che si possono costruire infrastrutture importanti, come appunto i 1067 ml. del nuovo ponte di Genova, nel rispetto dei tempi esecutivi, condizione a cui oramai l'intera popolazione italiana era impreparata e che è stata accolta come una straordinarietà vista la ‘normalità’ del nostro territorio disseminato di opere pubbliche incompiute da decenni. Forse l'esperienza maturata con la costruzione del nuovo ponte, potrà contribuire a rivedere le regole che purtroppo stanno ingessando e rallentando moltissime altre opere pubbliche di cui la collettività ha bisogno, anche per una auspicata urgente ripartenza dell'intero indotto edilizio che notoriamente rappresenta il volano dell'economia nazionale”.
“Il secondo significato - aggiunge il Presidente Paolo Ghigliotti - decisamente più intimo, è nostro, di tutti noi genovesi, che il 14 agosto 2018 abbiamo subìto una ferita indelebile uno strappo incolmabile e che, proprio la posa di questo ultimo impalcato, ha provveduto a ricucire con la consapevolezza però che non potrà più essere come prima del crollo, un crollo che si è portato via ingiustamente 43 vite umane, che ha allontanato dalle proprie abitazioni 566 genovesi, che ha portato alla chiusura moltissime attività ed esercizi commerciali, ma che potrà, certamente, contribuire a guardare avanti con uno sguardo ed una sensibilità diversa, forse più critica ma sicuramente più matura. Ora più che mai tutti noi genovesi abbiamo finalmente un nuovo "skyline", da osservare per colmare quell'assordante vuoto lasciato dal crollo. Un'opera dal disegno semplice e, al tempo stesso, elegante e ‘leggera’, pensata ‘per Genova’ e alla quale possiamo ora guardare con fiducia".
L’ESPERIENZA del Geometra Matteo Loggia
Ha seguito la ricostruzione fino al varo “in quota” del viadotto progettato gratuitamente dall’architetto Renzo Piano, là dove fino a pochi mesi fa era rimasto un moncone del ponte crollato il 14 agosto 2018. Si tratta di un passaggio storico per la città di Genova e per il nostro Paese, a cui hanno contribuito tanti Geometri. Fra loro, Matteo Loggia, 42 anni e originario di San Giuliano Milanese, che dallo scorso aprile è sul posto, prima per seguire la decostruzione del vecchio viadotto, e ora la ricostruzione.
Su quelle pile, che hanno raggiunto i 40 metri d’altezza e su cui poggerà l’impalcato, Matteo le conosce molto bene: ci è salito decine di volte negli ultimi mesi. “Gli elementi sono stati traghettati fino al porto e, con cadenza settimanale, sono stati trasportati fino in cantiere. Sicuramente poter lavorare a stretto contatto con Renzo Piano ha rappresentato un altro fattore importante per le maestranze, orgogliose di aver restituito ‘il ponte’ a Genova. L’architetto è venuto più volte in cantiere, fino all’ultimo giorno, prima della messa in opera dell’ultima campata - precisa Matteo Loggia - noi tecnici abbiamo garantito il prodotto, Renzo Piano ha verificato ogni volta che tutto fosse a posto”.