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26/06/2025

Sicurezza sul lavoro, i primi dati sulla patente a punti

Gli infortuni e le morti sul lavoro, continuano purtroppo a rappresentare una ferita profonda per il nostro Paese. Nonostante un quadro normativo in continua evoluzione, caratterizzato dal susseguirsi di leggi, campagne di sensibilizzazione e appelli pubblici, purtroppo i numeri degli infortuni e dei decessi sul lavoro restano ancora tragicamente troppo alti. In questo articolo, a cura del consigliere nazionale CNGeGL Paolo Ghigliotti per DIAC – Diario Infrastrutture Ambiente Costruito, viene approfondito questo aspetto e non solo

 

di Paolo Ghigliotti, consigliere Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

Il 1° ottobre 2024 è stato introdotto un nuovo strumento mirato ad affrontare questa emergenza: la patente a punti per la sicurezza nei cantieri edili, con l’obiettivo dichiarato di innalzare gli standard di sicurezza in uno dei contesti più a rischio, rappresentato dai cantieri temporanei e mobili. Questo nuovo strumento non sembra però aver prodotto un’auspicata importante inversione di tendenza: i primi dati disponibili, confrontati con i dati del periodo precedente all’ottobre 2024 non confermano un miglioramento. Anzi.

UN’IDEA AMBIZIOSA: LA PATENTE A PUNTI. Introdotta dal Decreto Legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni nella Legge 29 aprile 2024, n. 56, la “patente a punti” è obbligatoria per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili. Ogni soggetto parte da un punteggio iniziale (30 punti), che può essere decurtato in caso di gravi violazioni delle norme di sicurezza. Sotto una soglia minima, è prevista la sospensione delle attività. I punti possono anche essere recuperati con corsi di formazione e l’adozione di sistemi certificati.

Obiettivi dichiarati: premiare le imprese virtuose, escludere dal mercato quelle non sicure, e far diventare la sicurezza un elemento di competitività.

A tal proposito va anche detto che questo strumento non si applica alle imprese in possesso di attestazione SOA, con classifica pari o superiore alla III, che sono esonerate dall’obbligo della patente a punti (o patente a crediti) per operare nei cantieri edili. Questo esonero è stato introdotto per riconoscere il valore del sistema di qualificazione SOA, che già prevede controlli sulla sicurezza e regolarità dell’impresa. Tuttavia non ci sono dati specifici che correlano direttamente il numero di infortuni con la presenza o assenza di attestazione SOA, per cui è oltremodo difficile poter valutare la vera portata della c.d. “patente a punti”.

IL QUADRO PRIMA DELL’INTRODUZIONE DELLA PATENTE. Nel 2023 le denunce di infortunio sono state oltre 590.000, in calo del 16,1% rispetto al 2022. Le morti denunciate sono state 1.147, con un decremento del 5,1%, sempre rispetto all’anno precedente. Segnali positivi, pur in un contesto ancora complicato.

Il trend positivo è proseguito nel 2024 con 1.077 morti sul lavoro accertate, registrando un ulteriore calo di 70 unità rispetto al 2023 (-6,1%).

L’analisi dei dati 2024 rivela un aspetto interessante: nei primi 9 mesi dell’anno, prima dell’entrata in vigore della patente a punti, si sono verificati 776 decessi. Negli ultimi 3 mesi i morti sono stati 301, un dato che si allinea ai valori registrati nello stesso periodo del 2022.

I DATI POST-PATENTE: RISULTATI DELUDENTI. Dopo l’introduzione della patente, ci si attendeva una svolta significativa. Invece, i dati sono apparentemente di segno opposto: dopo un calo registrato negli ultimi 3 mesi del 2024 (dato ufficiale INAIL) i primi 4 mesi del 2025, non disponendo di informazioni ufficiali ma riferendosi ai dati forniti da ANSA, si rileverebbe una nuova crescita delle “morti bianche” se si confrontano le 286 denunce di morte con le 268 del 2024 e le 264 del 2023 riferite allo stesso periodo.

In attesa di analizzare i dati ufficiali (INAIL ed Ispettorato del Lavoro) per il 2025, le prime indicazioni emerse, fanno ritenere che la misura, sembrerebbe non produrre l’auspicato effetto frenante, anche in considerazione del fatto che il sistema a punti è limitato al solo comparto edile lasciando scoperte numerose aree a rischio quali agricoltura, logistica e industria.

CRITICITÀ DEL SISTEMA. Le principali fragilità del sistema, ad oggi riscontrate possono essere ricondotte a:

  1. Vigilanza e controlli insufficienti: l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e gli altri organi di vigilanza non hanno risorse adeguate.
  2. Burocrazia e lentezza delle sanzioni: la decurtazione dei punti richiede procedure complesse e spesso non tempestive.
  3. Assenza di responsabilità diffuse: non vi è ancora una chiara responsabilizzazione solidale tra committenti, appaltatori e subappaltatori.
  4. Inadeguata o limitata formazione, anche scolastica, che instilli una vera cultura della prevenzione.

LA PROPOSTA: MA COSA SERVE DAVVERO? La carenza di personale ispettivo, (forse il principale deterrente per affrontare la piaga degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro) è considerata da tutti il vero ostacolo da superare, in quanto riduce notevolmente l’efficacia dell’azione di controllo. Indubbiamente la sensibilizzazione dei datori di lavoro, l’educazione e la formazione del personale, così come i consistenti contributi erogati dallo Stato per sostenerli, rappresentano elementi indispensabili ma certamente da soli non bastano. Rimane infatti insufficiente l’azione di verifica e controllo svolta dagli organi preposti. Il rafforzamento della struttura ispettiva rappresenta verosimilmente oggi l’unico vero nodo da superare, in quanto consentirebbe un maggior numero di controlli e di conseguenza una radicale riduzione degli infortuni.

In questa particolare fase emergenziale, il potenziamento della struttura ispettiva potrebbe anche transitare attraverso l’affidamento di specifici incarichi professionali a liberi professionisti, specializzati nella materia (ingegneri, architetti, geometri, periti ecc) da contrattualizzare a partita IVA e senza vicolo di subordinazione, da impiegarsi unicamente per controlli nei cantieri temporanei e mobili di cui al titolo IV del D. Lgs. 81/2008 eventualmente anche in affiancamento a personale interno.

Il costo per il rafforzamento del personale attraverso il coinvolgimento di liberi professionisti, potrebbe avvenire attraverso un contributo (commisurato all’entità e alla durata dei lavori) da prevedersi per i lavori pubblici direttamente nei singoli quadri economici, mentre per i lavori privati potrebbe arrivare attraverso una quota da prelevare dagli oneri di urbanizzazione che per il tramite dei Comuni, possa essere poi riversata a vantaggio dell’I.N.L.

Quali i vantaggi di questa proposta:

  1. l’intensificazione dell’attività ispettiva, svolgerebbe un’azione anche preventiva e non solo repressiva;
  2. il costo conseguente, spalmato sui finanziamenti dei singoli interventi, non impatta sulla spesa corrente del bilancio dello stato;
  • riduzione degli infortuni e conseguente riduzione della spesa sociale;

Una sfida culturale prima ancora che normativa

La battaglia contro le morti sul lavoro è una questione di civiltà. Dietro ogni statistica c’è. una vita, una famiglia spezzata. La patente a punti rappresenta un tentativo strutturale di affrontare la questione, ma da sola potrebbe non bastare. Senza un rafforzamento dei controlli, un cambio di paradigma culturale e un impegno coordinato tra istituzioni, imprese e lavoratori, non sarà possibile invertire questa tendenza.

La sicurezza deve diventare un diritto inalienabile e un valore economico per il sistema produttivo. Solo allora potremo pensare di avvicinarci davvero all’obiettivo – oggi ancora lontano – dello “zero morti sul lavoro” e richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (Art.3 – 1948): “…ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona…”

QUI l’articolo pubblicato su DIAC – Diario Infrastrutture Ambiente Costruito