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Presentazione della nuova governance CNGeGL alla Camera dei Deputati, lo storytelling dell’incontro
All’appuntamento hanno preso parte esponenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, una partecipazione che ha messo in evidenza l’attenzione riservata dai componenti dei due rami del Parlamento. Al centro del dibattito, l’esercizio della professione e il ruolo svolto dalla Categoria nella società in relazione al prossimo futuro
Una riflessione a tutto tondo sulla professione di geometra e la discussione puntuale dei temi in agenda. Ecco, per punti chiave, la narrazione di un appuntamento con la classe politica per la presentazione della nuova consiliatura, che ha conquistato poi la scena del dibattito generale, in cui il dialogo è stato animato da un fitto interesse e una ampia convergenza del mondo istituzionale sulle potenzialità di un ancor più serrata sinergia con la Categoria.
Gli interventi - che hanno evidenziato l'importanza della collaborazione tra il mondo politico e la professione dei geometri – hanno altresì ribadito il ruolo centrale di questa categoria nello sviluppo del territorio e nell'economia nazionale. Non solo, è stato più volte sottolineato il bisogno di ascoltare le professioni tecniche, come i geometri, per assicurare che le normative siano efficaci e chiare. La collaborazione fra la politica e le categorie tecniche è vista come cruciale per sviluppare un quadro legislativo che risponda alle esigenze del comparto.
LA VOCE ISTITUZIONALE. Durante la presentazione della nuova governance del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, presso la Camera dei Deputati, diversi parlamentari hanno espresso il loro sostegno al futuro della categoria. Fra gli altri, abbiamo raccolto le dichiarazioni di:
Gian Antonio Girelli, membro della XII Commissione (Affari Sociali), ha sottolineato l'importanza di un dialogo continuo con i geometri, evidenziando la necessità di affrontare temi cruciali come la prevenzione sismica e la gestione del rischio geologico in un Paese vulnerabile come l'Italia.
Elisa Montemagni, della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici), ha parlato dell'importanza di una stretta collaborazione tra politica e professioni tecniche. Ha evidenziato il ruolo fondamentale che i geometri giocano nel processo di transizione ecologica e nella gestione del territorio, ribadendo quanto la politica necessiti della loro competenza.
Erica Mazzetti, segretario della Commissione Parlamentare per la Semplificazione, ha ricordato l'importanza dell'intergruppo parlamentare "Progetto Italia", di cui è presidente, e che include un comitato tecnico-scientifico con la partecipazione dei geometri. Ha insistito sulla necessità di un testo unico per le costruzioni, con norme chiare e uniformi a livello nazionale, per supportare l'edilizia come motore dell'economia.
Laura Cavandoli, componente della VI Commissione (Finanze), ha discusso l'impatto del Superbonus, sottolineando il suo ruolo nel rilancio economico e nella riduzione dei consumi energetici. Ha anche evidenziato le difficoltà incontrate dai professionisti tecnici a causa delle continue modifiche alla normativa sulla cessione del credito.
Roberto Traversi, membro della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), ha riflettuto sulla sua formazione come geometra, evidenziando l'importanza di questo percorso per i giovani che aspirano a diventare architetti. Ha elogiato il ruolo cruciale dei geometri nelle comunità locali, definendoli custodi del territorio e supporto fondamentale per la pubblica amministrazione.
Luca Pastorino, anch'egli della IX Commissione, ha parlato del suo duplice ruolo di sindaco e parlamentare, paragonandolo alla missione dei geometri di sostenere gli enti locali. Ha menzionato il dibattito in corso sul piano casa e ha anticipato un grande progetto in questo ambito, previsto nei prossimi due anni.
Andrea De Bertoldi, della VI Commissione permanente (Finanze e Tesoro), ha infine espresso fiducia nel futuro della categoria, sottolineando come le professioni liberali italiane rappresentino un valore aggiunto per l'economia del Paese.
Nel corso dei vari momenti, non sono mancate le (finte) soprese: fuori programma, i componenti sono stati invitati a prendere la parola dal podio dal loro presidente Paolo Biscaro e dal moderatore Cristina Del Tutto che, fra loro, avevano convenuto questo particolare all’insaputa degli interessati. Questi ultimi, dopo un iniziale incertezza, hanno rivelato piglio e savoir faire.
IL PUNTO DEI NUOVI COMPONENTI CNGeGL. Circa il contributo della Categoria a un futuro migliore, il vice presidente CNGeGL Ezio Piantedosi ha posto al centro del suo intervento il ‘Sistema Paese’ e l’impegno dei geometri, tessera fondamentale di un mosaico sociale che opera nella tutela e nella sicurezza della collettività; alle sue parole, hanno fatto eco quelle del consigliere segretario CNGeGL Enrico Rispoli, che fatto suo un monito alle istituzioni e ai professionisti di concorrere insieme a dare il buon esempio ai giovani, per una società che sviluppa stabilità e opportunità.
In merito alla responsabilità e all’esperienza, alcuni membri - tra cui i consiglieri CNGeGL Maria Alfiero, Antonio Aversa e Michele Specchio – hanno espresso un grande entusiasmo e, al tempo stesso, il massimo rigore. Maria Alfiero, come prima donna nel Consiglio, ha precisato la necessità del rinnovamento; Antonio Aversa, fra coloro che hanno maturato maggiore esperienza, ha messo a disposizione tutta la sua lunga conoscenza istituzionale. Michele Specchio ha centrato come l’esperienza e la conoscenza del geometra entrano oggi in gioco nel campo della salute, della sicurezza, del comfort dell’abitare e della tutela dell’ambiente.
Il riferimento al tema dei giovani non è mancato, grazie all’esortazione del consigliere CNGeGL Matteo Parisi che si propone di incoraggiarli a prendere parte attivamente alle discussioni e alle decisioni, incentivando la loro presenza nella Categoria e nella politica.
Alla risoluzione delle criticità, inoltre, si è detto pronto il consigliere CNGeGL Ernesto Alessandro Baragetti ricordando la necessità di interventi normativi per risolvere le problematiche legate alle planimetrie catastali e al contro dell’Agenzia delle Entrate.
Fra gli altri interventi, il consigliere CNGeGL Paolo Ghigliotti ha parlato dell’importanza di mantenere alta la formazione della categoria con una formazione qualitativa sui Lavori Pubblici; il consigliere CNGeGL Livio Spinelli ha ricordato quanto i geometri siano incisivi nel comparto economico con la loro competenza nelle valutazioni immobiliari e nel supporto alle imprese agricole; il consigliere CNGeGL Marco Vignali, intervenuto per ultimo, non ha celato la sua emozione per questa nuova carica, accompagnando la sua rivelazione alla conferma di essere pronto a collaborare con la politica per la risoluzione delle problematiche normative.
Dopo aver affrontato le scelte finanziarie legate al Superbonus, i recenti e relativi dati Eurostat, il rilancio dell’economia con il PNRR e il contenimento dei consumi energetici per contenere i cambiamenti climatici, al presidente Paolo Biscaro è stato riservato uno spazio apposito.
IL PRESIDENTE CNGeGL PAOLO BISCARO. Non si è sottratto alle domande del moderatore Cristina Del Tutto, che ha condotto una intervista volta a delineare una visione di ampio respiro con del neo rappresentante della Categoria.
Circa la domanda sui massimi sistemi e la geopolitica, sul futuro economico dell’Europa, in relazione al corso del nuovo parlamento europeo e gli auspici correlati al completamento della transizione ecologica. Il Governo Meloni ha consegnato lo scorso il 1° luglio 2024 alla Commissione europea il nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC Italia). Il testo nelle sue 491 pagine rivede e aggiorna il testo precedentemente approvato, innalzando gli impegni energetico-ambientali per il 2030.
In relazione alla domanda, il PNIEC Italia rappresenta un importante indicatore dello scenario generale: prevede un tasso annuo di riqualificazione del costruito del 2% entro il 2030 e del 2,6% entro il 2050. Al raggiungimento di questi obiettivi, il Superbonus 110% ha indubbiamente contribuito, accelerando la riqualificazione del costruito, ma le misure al momento programmate non assicureranno la conquista del traguardo. A favore del risultato interviene certamente la Direttiva “Case Green” con una riqualificazione stimata del 16% del patrimonio immobiliare totale al 2030 e tra il 20-22% al 2035, che si concentra sulle classi F e G: entrambe rappresentano il 52% del residenziale. Analizzando il potenziale insieme ci si rende subito conto che - ai fini dell’attuazione - occorre aggiungere la principale voce: le risorse finanziarie, che sono stimate in un fabbisogno di circa 200 miliardi di euro entro il 2035.
Al momento, su questo punto - che rappresenterebbe la massima criticità - non è stata presa alcuna posizione, evidenziando la necessità di un intervento politico a livello comunitario.
Per delineare ancora meglio il quadro generale, in ottica della definizione della transizione ecologica, nel PNIEC viene anticipato che l'Italia non riuscirà a rispettare i target europei per l'efficienza energetica nel settore civile e, analizzando il documento, i principali punti deboli risiederebbero in alcuni passaggi, come:
1. la minore spinta sugli investimenti per la riqualificazione, che passano da 134 a 93 miliardi di euro per il residenziale, con un calo complessivo di 28 miliardi di euro rispetto al documento datato 2023. Il tasso di riqualificazione annuo previsto è del 2% nel 2030 e del 2,6% nel 2050, coprendo solo due terzi del parco edilizio nazionale.
2. la necessità di risorse economiche: Il PNRR mette a disposizione il 39% delle risorse alla transizione ecologica, destinando 15,57 miliardi di euro per l'efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici. Il MASE propone una riforma delle detrazioni e degli strumenti finanziari di supporto, al fine di sostenere gli interventi previsti dalla Direttiva EPBD europea, inclusi finanziamenti a tasso agevolato per le persone in povertà energetica.
Inoltre, in merito alle emissioni ESR (Effort Sharing Regulation generate, fra le altre, dal residenziale (oltre che dal terziario, industria non ETS, rifiuti e agricoltura) il PNIEC dell’Italia non chiuderà probabilmente il gap. Questo capitolo prevede inizialmente una riduzione dei gas serra del 29,3% entro il 2030 e, incorporando le politiche vigenti, il taglio arriva a al 40,6%. Per raggiungere questa percentuale, il Governo cita per l’edilizia misure di accelerazione nel ritmo di efficientamento degli edifici esistenti, più riqualificazione profonda, più diffusione di pompe di calore e sistemi BACS per quanto riguarda residenziale e commerciale. E ancora, tra i provvedimenti da adottare nei prossimi anni, nuovi strumenti per il coinvolgimento dei privati e del settore pubblico nella riqualificazione del parco edilizio esistente nazionale.
Infine, il Piano sottolinea che il percorso verso la transizione ecologica richiederà uno sforzo significativo, ma rimane incerto sulla definizione relativa a questo punto: sarà sufficiente per raggiungere i target europei?
Ciononostante, la Categoria è in prima fila nell’indicare come priorità per il Paese il recupero e la rigenerazione del nostro patrimonio immobiliare. Concretamente, l’Europa deve indicare i parametri di classificazione degli immobili perché, al momento, ogni Stato ha i propri riferimenti; servono misure comuni per determinare i consumi e il contenimento indotto dalle relative azioni, come l’avanzamento della direttiva. L’Italia deve partecipare - in sede comunitaria – a questo tavolo, allo scopo di partire allo stesso livello degli altri. Infine, dovremo prepararci all’applicazione corretta della direttiva, grazie alla condivisione di un piano. Questo è il momento per definire un modello di intervento, che ci possa collocare come punto di riferimento rispetto a nazioni che sono più indietro nelle emissioni di Co2, come Cina, India e Africa.
Circa la domanda sui conflitti bellici e il rincaro delle materie prime. La guerra in Ucraina ha acceso i fari prima sulle produzioni di gas e poi su quelle del petrolio, da poco - e dopo lo scoppio del conflitto bellico fra Israele e Palestina - si è guardato a quelle dei metalli industriali. Il mercato del rame ha subito un'importante perdita con la chiusura forzata della miniera Cobre a Panama, una delle più importanti a cielo aperto al mondo. A questo si sono aggiunte revisioni al ribasso delle stime di produzione dallo Zambia, in seguito all'annuncio della Cina di possibili limitazioni all'offerta di rame raffinato. Gli ostacoli non hanno risparmiato neanche il nichel e altre le materie prime che hanno risentito delle tensioni nel Mar Rosso.
Tutto questo è un dato di fatto, però, non mi stanco di ripetere che - a livello territoriale - abbiamo già nel nostro Paese un mercato che si differenzia sostanzialmente dal grande al piccolo centro, con riflessi che incidono nella domanda e nella offerta. Esemplificando: in una città rappresentativa registreremo una richiesta di figure di livello, con un alto grado di specializzazione, che dialogheranno con i geometri geologi, architetti e ingegneri. Fra gli ottomila comuni italiani, però, il 75/80% ha meno di 5mila abitanti e unicamente strutture pubbliche essenziali. In questi contesti si chiede al professionista tecnico di fare come il medico di base, eseguire una prima diagnosi e, decidere in seguito, se svolgere lui stesso la prestazione necessaria per arrivare alla soluzione oppure indirizzare il paziente allo specialista. Per questo motivo, desidero sottolineare quanto sia fondamentale la collaborazione con le altre categorie tecniche e con l’intera filiera delle costruzioni.
Circa la domanda sui provvedimenti di interesse in agenda, faccio il punto su “Salva casa”, “Piano casa” e modifica del Dpr 380. In merito al decreto “Salva casa” voglio dire che ha apportato modifiche importanti al testo unico dell’edilizia, cercando di risolvere criticità come la "doppia conformità", che spesso impedisce la regolarizzazione di piccoli abusi edilizi. Tuttavia, per le difformità totali rimane la necessità della doppia conformità.
Non solo, si è acceso un dibattito che riguarda le tolleranze edilizie. Quella del 2% prevista dal Dpr 380 può essere sufficiente in alcuni casi, ma non in altri, poiché prima del 1977 non esisteva il concetto di variante in corso d’opera. Il decreto ora estende il principio di legittimità degli immobili costruiti con titoli rilasciati dalla pubblica amministrazione fino al 1977. Inoltre, c’è necessità di un approfondimento sulla misura della tolleranza, specialmente riguardo la norma del decreto legge che prevede una tolleranza inversamente proporzionale alla superficie. Questa norma non è chiara e potrebbe creare problemi di disparità nei condomini.
Infine, il decreto ha introdotto nuove attestazioni per i professionisti, come quelle sulla data dell’abuso e la violazione dei diritti di terzi, che sono state contestate poiché difficili da attestare in modo preciso.
Il “Piano casa” è un altro provvedimento in agenda per noi importantissimo: a quel tavolo si sta parlando di rigenerazione urbana e di una nuova legge urbanistica. Ormai c’è una larghissima convergenza e consapevolezza che il problema va affrontato, non si può più lasciare lì ad aspettare. La legge va fatta. Anche perché noi abbiamo un problema in più, il nostro tessuto immobiliare ed economico, privo di grandi proprietari e con una enorme frammentazione della proprietà. In altri Stati l’intervento di rigenerazione urbana è facilissimo: si spostano gli affittuari, si demolisce il quartiere e si ricostruisce. Da noi un intervento di questo tipo è impensabile e la legge deve aiutare a trovare soluzioni calate in questa realtà. Inoltre, dobbiamo ripensare il ruolo delle aziende territoriali per l’edilizia residenziale e costruire un nuovo modello di social housing che tenga conto anche delle esigenze abitative indotte dall’invecchiamento della popolazione.
Infine, volendo trattare la riforma del Dpr 380, è importante mettere in evidenza che in 23 anni, il testo unico ha subito modifiche importanti, come l’introduzione delle autorizzazioni sismiche, ma queste sono sempre state come interventi disgiunti. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è una modifica strutturale del testo. Non possiamo più permetterci di rivederlo con interventi sporadici, aggiornando singoli articoli. È essenziale rivedere l'intera struttura coinvolgendo gli stakeholder, soprattutto perché casi come quello di Milano evidenziano gravi problemi di interpretazione divergente delle norme tra magistratura e organi preposti al rilascio delle autorizzazioni. Se non affrontiamo rapidamente questo problema con un nuovo testo organico, rischiamo che la questione si estenda ad altre città.
Nel 2019, abbiamo partecipato alla commissione ministeriale che, dopo lunghe trattative, era riuscita a mettere d'accordo Ministeri, rappresentanti di Enti Pubblici, imprese, professionisti e proprietari su un testo di riforma del 380. Ripartire da quel lavoro condiviso è fondamentale, poiché aveva risolto punti critici e di divergenza tra le parti. Anche se nel 2022 il testo era stato ulteriormente rivisto, e oggi, nel 2024, ci sarebbero altre modifiche da introdurre, partire da quel testo base ci permetterebbe di non ricominciare da zero. È necessario trovare uno strumento adatto, poiché con la revisione del titolo V della Costituzione, le leggi quadro non sono più possibili e bisogna lasciare un margine di applicazione alle Regioni e ai territori.
L’APPUNTAMENTO. Si è tenuto il 10 luglio 2024, alle ore 14.30, presso la Camera dei Deputati (Palazzo Theodoli – Sala “Giacomo Matteotti”) l’incontro “PROTAGONISTI DEL FUTURO”, presentazione della nuova governance del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.
Organizzato da Radio Parlamentare, per il Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati all’appuntamento erano presenti il presidente Paolo Biscaro, il vice presidente Ezio Piantedosi, il consigliere segretario Enrico Rispoli, e i consiglieri Maria Alfiero, Antonio Aversa, Ernesto Alessandro Baragetti, Paolo Ghigliotti, Matteo Parisi, Michele Specchio, Livio Spinelli e Marco Vignali.
Cassa Geometri ha preso parte all’iniziativa e, per il Consiglio dell’ente previdenziale e, fra gli altri, hanno partecipato il presidente Diego Buono, il vice presidente Renato Ferrari, i consiglieri Gianni Bruni, Carlo Cecchetelli, Cristiano Cremoli, Carmelo Garofalo, Francesca Muolo, Massimo Magli, Carlo Papi, Vincenzo Paviato, Ilario Tesio.
Il dibattito è stato moderato da Cristina Del Tutto, direttore di Radio Parlamentare. Nel corso della presentazione si sono svolti gli interventi del presidente CNGeGL Paolo Biscaro e del presidente di Cassa Geometri Diego Buono (QUI la news in calendario).
QUI la presentazione dei profili della nuova governance CNGeGL
QUI la registrazione integrale dell’incontro
QUI il video in cui sono state raccolte le voci del presidente CNGeGL Paolo Biscaro, di Cassa Geometri Diego Buono e della politica sulla giornata