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Italia Oggi intervista il presidente CNGeGL Paolo Biscaro
Come un consuntivo di fine anno su alcuni temi di rilievo per la categoria, nell’intervista del quotidiano economico finanziario il presidente CNGeGL Paolo Biscaro fa il punto, fra gli altri, sull’equo compenso e sul decreto “Salva casa”
Ormai non c'è più dubbio: l'equo compenso deve essere garantito nei bandi pubblici. II correttivo al Codice degli appalti ha chiarito il perimetro della normativa, come richiesto dall'Anac, eliminando qualsiasi perplessità. Si poteva fare di più, ma questo è un grande risultato.
A parlare è Paolo Biscaro, il nuovo presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (è stato eletto a giugno), che insieme a Italia Oggi analizza le principali novità di interesse per la categoria.
A inizio dicembre il Ministro Matteo SaJvini ha annunciato al vostro convegno l'arrivo della circolare per il decreto “Salva casa”, che si sta facendo attendere. Cosa non sta funzionando?
Si tratta di una materia complessa, che prevede un confronto con le legislazioni regionali. Tenendo conto che in Italia ci sono circa 8000 comuni e 20 regioni, era necessario un coordinamento, una circolare ministeriale che desse indicazioni chiare. Ad oggi, questa circolare ancora non c'è e ciò ha complicato l'applicazione delle modifiche, ma dal Ministro Matteo Salvini abbiamo avuto rassicurazioni di un imminente arrivo. Il “Salva casa” non è una panacea per tutti i mali, ma rappresenta un inizio per affrontare piccole e grandi problematiche edilizie. Comunque, in generale, si dovrà lavorare alla definizione di un testo unico delle costruzioni, che contempli tutte le modifiche approvate dalla legge urbanistica del '42.
Di un testo unico delle costruzioni si parla da tempo, senza poi mai arrivare a dama. Questa sarà la volta giusta?
II lavoro era stato avviato con un tavolo che ha coinvolto vari stakeholder e che aveva portato alla presentazione di un documento già al Governo Conte; ora, con alcuni alcuni aggiustamenti, al Ministro Matteo Salvini. Il piano è ancora attuale e nel 2025 ci saranno sviluppi.
Recentemente è stato approvato anche il correttivo al Codice degli appalti, che interviene in tema di equo compenso. Come giudica l'impianto?
Era necessario un chiarimento normativo e la situazione è stata finalmente risolta, in particolare con l'introduzione di una modalità di calcolo più chiara per l'equo compenso. Un elemento sicuramente positivo, perché ora le stazioni appaltanti e i professionisti hanno delle indicazioni precise. Rimangono ancora margini di intervento su alcuni aspetti, ma si tratta sicuramente di un miglioramento concreto.
L'Anac ha chiesto maggiore chiarezza nella definizione della norma, senza la quale non si poteva garantire il rispetto dell’equo compenso nei bandi. Questa chiarezza ora c'è?
Sì, i chiarimenti sono arrivati. L'Anac aveva posto delle questioni sull'obbligo dell'applicazione nei bandi, ma ora finalmente c'è certezza. L'equo compenso deve essere applicato nei bandi pubblici. La normativa è chiara e le stazioni appaltanti devono seguirla. È un passo fondamentale, perché stabilisce un criterio a cui devono attenersi.
QUI l’intervista di Italia Oggi