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15/05/2024

Direttiva green, un traino per la Categoria

Al centro dell'intervista rilasciata dal presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli – e riportata dal quotidiano economico finanziario ITALIA OGGI – viene delineato il processo di transizione energetica che ha nei geometri i primi interpreti della domanda di sostenibilità


Il 13 aprile 2024 l’Ecofin ha dato il via libera definitivo alla Direttiva UE Edilizia green (EBPD – Energy Performance of Building Directive), il cui obiettivo è la completa decarbonizzazione del parco immobiliare entro il 2050. A partire dalla sua entrata in vigore (20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE), gli stati membri avranno due anni di tempo per recepirla, presentando uno specifico Piano nazionale di ristrutturazione edilizia, finalizzato ad illustrare in che modo intendono raggiungere i target fissati. Il dominus di questo piano di interventi straordinario, strategico e soprattutto necessario alla realizzazione del processo di transizione ecologica previsto dal Green deal europeo, è l’edilizia 4.0: la leva, infatti, è quella dell’efficientamento energetico, da realizzare seguendo un piano di regole e scadenze. Nella fattispecie: il patrimonio edilizio residenziale deve ridurre il consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035; dal 2028 tutti i nuovi edifici pubblici e dal 2030 tutti i nuovi edifici privati dovranno essere a emissioni zero; dal 2040 stop agli impianti di riscaldamento a combustibili fossili. In Italia, la platea di primo intervento è quantificabile in circa 1,8 milioni di edifici residenziali (su 12 milioni totali), con una previsione di investimento stimata da uno studio Symbola-Cresme, realizzato per Assimpredil Ance e European Climate Foundation, che oscilla tra 170 e 320 miliardi di euro complessivi. 

Presidente Maurizio Savoncelli, la stagione della Direttiva green sembra prossima a soppiantare quella del Superbonus 110%, ma gli elementi di continuità sembrano essere maggiori di quelli di rottura. 
Fatta salva la premessa del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin della necessità di fare "una scala di priorità degli interventi che vanno dalle pompe di calore al doppio vetro e con una programmazione", è indubbio che quanto realizzato grazie all’agevolazione fiscale introdotta nel 2020 con il decreto Rilancio (un titolo che, di per sé, ne evocava l’obiettivo in relazione al periodo drammatico da un punto di vista economico, oltre che sanitario), garantisce una “dote” significativa in termini di risultati che l’Italia dovrà raggiungere sul fronte del risparmio energetico. In base all’articolo 9 della Direttiva green, infatti, il “conteggio” degli interventi di riduzione del consumo medio di energia del patrimonio residenziale di ciascuno Stato membro parte proprio dal 2020, il che significa che le misure intraprese sotto l’egida del Superbonus 110% rientrano in questo perimetro.

Un ulteriore elemento di continuità è il ruolo di primo piano che la sua Categoria si appresta a svolgere: gli interventi previsti dalla Direttiva green sono analoghi a quelli indicati come “trainanti” del Superbonus 110%, garantiti in larghissima misura proprio dai geometri professionisti, come si evince anche da incrementi reddituali che nello scorso biennio hanno sfiorato il 40%. 
I geometri professionisti sono stati, indubbiamente, tra i principali interpreti della domanda di sostenibilità ambientale della collettività in epoca post Covid, cresciuta a dismisura con l’esperienza diretta che tutti noi abbiamo avuto con la pandemia e con la consapevolezza, anch’essa cresciuta a dismisura, che il prerequisito per evitarne altre, in futuro, debba essere un autentico cambio di paradigma: lo stanziamento di somme ingentissime garantite dal Next Generation EU costituisce un formidabile propellente per avviare quella doppia transizione, ecologica e digitale, della quale l’Italia ha assoluto bisogno per crescere. Questa domanda di sostenibilità, tuttavia, era stata chiaramente intercettata dalla Categoria già nel 2015, anno della partecipazione a Expo Milano, diventando il terreno di coltura di una progettualità molto più attenta che in passato agli aspetti e agli impatti ambientali diretti e indiretti. A partire da questa progettualità si è poi ampliato il bouquet dei servizi offerti, e non è certo un caso se, al netto dell’impennata dell’ultimo biennio, redditi e volumi di affari sono in crescita costante già dal 2016, con previsioni sul futuro che escludono flessioni.

Ritiene quindi che la Direttiva green possa garantire gli stessi risultati, sia di posizionamento che reddituali?
Si, ma non solo e non tanto in virtù della capacità di eseguire la prestazione tecnica in sé, quanto di riuscire a contestualizzarla rispetto agli obiettivi della Direttiva green, che sono di più lunga durata – e quindi di più ampia visione – rispetto a quelli indicati dal Superbonus 110%, a sua volta legati alla progettualità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ne prevede la “messa a terra” entro il 2026. Ebbene, qui entra in gioco proprio quella capacità di intercettare i bisogni futuri ai quali si accennava sopra, che è da sempre una delle caratteristiche principali del nostro modus operandi. E che, nel caso specifico, si concretizza nella definizione del corso “Consulenti di tecnologie per l’efficientamento energetico”, realizzato dal Consiglio Nazionale e dalla Fondazione Geometri Italiani, con il supporto del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Firenze, la cui finalità è dotare i profili tecnici delle competenze necessarie per operare in un contesto sempre più proiettato al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.

Un tipo di formazione particolarmente richiesta dal mercato: secondo le più recenti stime di Unioncamere ANPAL Sistema Informativo Excelsior, da qui al 2027 il mercato del lavoro avrà bisogno di oltre due milioni di persone con competenze digitali e green; il possesso di tali competenze è richiesto, in particolare, ai tecnici delle costruzioni,  segnatamente per i settori del fotovoltaico, delle energie rinnovabili, della normativa edilizia in materia di risparmio energetico, della progettazione a basso impatto energetico, dei materiali di riciclo per la bioedilizia.
E non solo: nel futuro già presente è strategico valutare l’impatto della Silver Economy sul settore dell’edilizia, con l’importante corollario della domotica; la diffusione di fenomeni emergenti quali le Comunità energetiche rinnovabili: condomini, reti di impresa e cittadini che diventano “prosumer” di energia; la tendenza in crescita nel mercato italiano (rilevata dall’Osservatorio Immobiliare Fiaip di Enea e I-Com) di acquistare case in classe energetica D, con la progressiva riduzione di quelle di classe G; di valutare l’impatto del fenomeno del “sovra-affollamento turistico” che tanti danni arreca ad un territorio fragile come quello italiano. Più in generale, la sfida che vogliamo perseguire, con l’ausilio imprescindibile della formazione, è di consolidare il posizionamento del geometra professionista nell’alveo della contemporaneità, proiettata verso un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale perseguibile attraverso una progettualità focalizzata sull’importanza della qualità dei luoghi in cui viviamo.

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