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19/06/2025

Dalle proposte alle norme: un modello di collaborazione istituzionale

 

Il 17 giugno scorso, nella sala Parlamentino del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si è consumato un passaggio significativo per il futuro dell'edilizia italiana. Il quinto Tavolo di consultazione sul Piano Casa, presieduto dal Ministro Matteo Salvini, ha delineato le linee d'indirizzo per la riforma del Testo Unico dell'Edilizia che confluiranno in un disegno di legge delega. Per il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, ai lavori ha partecipato il consigliere nazionale CNGeGL Marco Vignali 

 

Il vero elemento di interesse non risiede tanto nell'ennesima promessa di riforma quanto nel metodo che ha caratterizzato questo percorso: un dialogo strutturato tra istituzioni e competenze tecniche che ha prodotto risultati concreti e misurabili.

IL VALORE DEL CONTRIBUTO PROFESSIONALE. Le linee d'indirizzo presentate dal MIT riprendono in larga parte i principi e le soluzioni proposte dalle categorie professionali tecniche - Geometri, Ingegneri e Architetti - in una convergenza che testimonia la solidità delle proposte avanzate. Non si tratta di casualità, ma del risultato di un lavoro metodico che ha saputo anticipare le esigenze normative del settore.

I temi centrali dell'agenda ministeriale - rigenerazione urbana, riordino delle tipologie d'intervento edilizio, semplificazione per il rilascio dei titoli abilitativi, revisione normativa a tutti i livelli - sono tra le priorità individuate dalle professioni tecniche. In particolare, il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati aveva già elaborato contributi specifici sulla definizione dei titoli abilitativi, delle difformità e dello stato legittimo, condivisi con Ingegneri e Architetti.

Il riscontro più significativo riguarda la necessità di riordinare le competenze in materia di legislazione concorrente e di omogeneizzare le definizioni in edilizia: principi che trovano conferma nelle linee d'indirizzo ministeriali e che erano già stati anticipati nella rubrica "Dentro il cerchio" di Diario Diac. QuestO dimostra come la competenza settoriale possa tradursi in strumento di governance efficace.

OLTRE LA RAPPRESENTANZA DI CATEGORIA. Ciò che emerge da questo percorso è una maturità professionale che va oltre la tradizionale rappresentanza di categoria. Le tre professioni hanno lavorato in sinergia, costruendo una visione condivisa sui problemi strutturali del settore e rafforzando così la credibilità delle proposte presso gli organi decisionali.

LA RESPONSABILITÀ DEL SAPERE TECNICO. Il riscontro positivo ottenuto al tavolo ministeriale pone le professioni tecniche di fronte a una responsabilità più ampia. In un momento storico in cui la complessità normativa rischia di paralizzare i processi di sviluppo urbano e edilizio, il sapere tecnico assume un valore strategico per il Paese.

Non si tratta solo di rivendicare spazi professionali, ma di mettere a disposizione delle istituzioni strumenti interpretativi e soluzioni operative che possano facilitare la transizione verso un sistema edilizio più efficiente e sostenibile. La rigenerazione urbana, in particolare, rappresenta una sfida che richiede competenze multidisciplinari e una visione integrata dei processi di trasformazione del territorio. In questo ambito, però, è necessaria una urgente riscrittura dell'intera normativa urbanistica, evitando interventi parziali impropriamente collocati all'interno della revisione del Testo Unico dell'Edilizia

VERSO L'ATTUAZIONE: VIGILANZA E PROPOSTE. Le premesse sono positive, ma ora inizia la fase più delicata: tradurre le linee d'indirizzo in disegno di legge delega e successivi provvedimenti attuativi. Solo allora si potrà comprendere l'esatta portata della revisione e la capacità del sistema di trasformare i principi in norme operative efficaci.

UNA LEZIONE DI METODO. Al di là dei contenuti specifici, l'esperienza della riforma del TU in Edilizia offre una lezione di metodo che può essere estesa ad altri ambiti della vita pubblica. Quando le competenze tecniche si organizzano in modo strutturato, superano i particolarismi e si pongono al servizio dell'interesse generale, diventano un patrimonio prezioso per il Paese.

In un momento di grandi trasformazioni - digitale, energetica, urbana - la capacità di coniugare sapere tecnico e visione strategica rappresenta un asset competitivo fondamentale. Le professioni tecniche danno prova di poterlo fare. Ora tocca alle istituzioni il compito di saper valorizzare questo contributo, trasformando proposte di qualità in norme efficaci per cittadini e imprese.