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29/05/2025

Casa green, la portata nel nostro Paese della direttiva europea

 

Oltre 400mila edifici pubblici italiani dovranno essere sottoposti nei prossimi anni a interventi di miglioramento ed efficientamento energetico. Una sfida che ridisegnerà il settore delle costruzioni e aprirà opportunità per l’intera filiera. In questo articolo, a cura del consigliere nazionale CNGeGL Paolo Ghigliotti per DIAC – Diario Infrastrutture Ambiente Costruito, viene approfondito questo aspetto e non solo

 

di Paolo Ghigliotti, consigliere Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

L’Unione Europea ha recentemente approvato la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (Energy Performance of Buildings Directive - EPBD), ribattezzata Direttiva Casa Green. Questo strumento legislativo pone le basi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione del parco immobiliare europeo, trasformando radicalmente il modo in cui concepiamo e gestiamo gli edifici, tra i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra.

La Direttiva fissa traguardi precisi e ambiziosi, quali l’azzeramento delle emissioni per tutti i nuovi edifici pubblici entro il 2028, favorendo l’integrazione di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile; si aggiunge la riqualificazione sistematica del patrimonio edilizio esistente attraverso scadenze precise per il miglioramento della prestazione energetica di edifici residenziali e non residenziali.

Le prime scadenze riguardano il settore pubblico con obblighi stringenti: entro il 31 dicembre 2026, sugli edifici pubblici e non residenziali di superficie superiore ai 250 mq dovranno essere installati impianti fotovoltaici. Dal 1° gennaio 2028, gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero, mentre entro il 31 dicembre 2030 l’obbligo dell’installazione di pannelli fotovoltaici si estenderà a tutti gli edifici pubblici con superficie superiore a 250 mq. Sempre entro il 2030 è altresì previsto che vengano riqualificati almeno il 16% degli edifici pubblici più energivori, percentuale destinata a salire al 26% entro il 2033: un complesso percorso finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni, previsto nel 2050 per l’intero patrimonio edilizio.

Il patrimonio pubblico italiano: numeri importanti

I dati del Rapporto MEF 2021 fotografano la dimensione della sfida: oltre 1.200.000 fabbricati detenuti dalla Pubblica Amministrazione, di cui circa 400.000 destinati a fini istituzionali non residenziali. Con il 68% del patrimonio edilizio esistente costruito ante 1980, l’entità degli edifici pubblici da sottoporre a riqualificazione energetica è imponente. Gli interventi richiesti spazieranno dall’isolamento termico dell’involucro alla sostituzione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, fino all’installazione di sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Le professioni tecniche al centro della transizione

L’attuazione della Direttiva Casa Green posiziona ingegneri, architetti, geometri e periti come protagonisti assoluti di questo processo di trasformazione. Le loro competenze saranno indispensabili in ogni fase:

  1. diagnosi energetiche per valutare lo stato attuale degli edifici e individuare gli interventi più efficaci per migliorarne la prestazione;
  2. progettazione specializzata finalizzata a definire puntualmente gli interventi di riqualificazione previsti per conseguire ii nuovi standard di efficienza, integrando soluzioni innovative;
  3. direzione lavori qualificata per garantire che quanto progettato venga correttamente realizzato;
  4. certificazione energetica per attestare l’effettiva prestazione degli edifici a lavori ultimati.

Questa evoluzione richiederà un costante aggiornamento professionale, con competenze specifiche in materiali ecocompatibili (CAM), fonti energetiche rinnovabili, modellazione energetica avanzata e normative in continua evoluzione. La capacità di intercettare e gestire i finanziamenti europei, nazionali e regionali dedicati alla riqualificazione energetica diventerà un’ulteriore competenza chiave.

Un nuovo volano dopo Superbonus e PNRR

Dopo la stagione del Superbonus e l’impulso del PNRR, la Direttiva Casa Green può rappresentare un nuovo motore strutturale per l’intera filiera delle costruzioni. A differenza degli incentivi temporanei del passato, la Direttiva impone un cambiamento di paradigma permanente, rendendo la riqualificazione energetica una necessità normativa vincolante. Questo approccio genera una domanda stabile e programmabile, offrendo maggiore continuità al settore delle costruzioni.

La necessità di adeguare centinaia di migliaia di edifici pubblici entro scadenze ravvicinate richiederà una pianificazione strategica e un impegno costante da parte delle Amministrazioni Pubbliche, innescando una molteplicità di interventi programmati e continuativi.

Le condizioni per il successo

Perché la Direttiva Casa Green possa realmente fungere da traino, saranno fondamentali:

  1. meccanismi di finanziamento chiari e stabili per supportare gli interventi su patrimonio pubblico e privato;
  2. semplificazione burocratica per agevolare la realizzazione degli interventi nei tempi prefissati;
  3. formazione e aggiornamento professionale per garantire la disponibilità di tecnici qualificati e preparati alla sfida.

A tal proposito, sarà fondamentale il “Piano di ristrutturazione degli edifici”, la cui bozza è attesa ancora quest’anno e che ciascun Stato Membro deve approvare entro il prossimo anno.

Una chiamata all’azione per le professioni tecniche

La Direttiva Casa Green rappresenta più di un’opportunità: è una chiamata storica per le professioni tecniche a guidare la transizione energetica del Paese. Il tempo per prepararsi è limitato, le competenze richieste sono specifiche, ma il potenziale di crescita è indubbiamente rilevante.

Le professioni tecniche hanno oggi l’occasione di consolidare il proprio ruolo strategico nella trasformazione sostenibile dell’Italia, coniugando competenza tecnica, responsabilità ambientale e visione del futuro. Una sfida che richiede preparazione, ma che promette di ridefinire il nostro settore per i decenni a venire.

QUI l’articolo pubblicato su DIAC