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Conto i reati a danno dell’ambiente

Una vita da geometra e da scrittore: è quella che ci racconta Luigi Federiconi, nell’ultimo numero di Geocentro. Un tecnico irreprensibile nel suo ruolo di ‘sentinella’ dell’ecosistema, con 18 titoli al suo attivo per case editrici come Giuffrè, Franco Angeli e altri, e un consulente tecnico sempre ligio al dovere per i principali organi giudiziari. A completare la sua vita professionale al servizio di pubbliche amministrazioni e privati, anche un incarico da delegato all’ambiente del comune di Varese

Si indigna ancora il Geometra Luigi Federiconi di Varese, 88 primavere alle spalle e un passato da ‘giustiziere’ dei reati a danno dell’ambiente. Un ruolo svolto in qualità di CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) per i Tribunali competenti e di libero professionista per le pubbliche amministrazioni e i privati. “Mica tanto passato - esordisce con animosità – non sono trascorsi molti anni da quando ho ricevuto una busta contenente 4 proiettili”.

Accipicchia, a quale malaffare voleva mettere fine? “Avevo puntato su alcune cave non autorizzate e sversamenti abusivi nel Lago delle Fate e nel Lago Maggiore, in provincia di Verbania. Erano momenti difficili, bisognava stare con gli occhi aperti. Basti pensare che feci analizzare dal servizio sanitario locale una trota pescata, con un quantitativo di mercurio che andava oltre i 200 grammi”.

A giudicare dalla sua verve, si direbbe che è una storia finita bene. Ha denunciato il fatto? “Si, per l’incolumità della mia famiglia, soprattutto di mia moglie e di mia nuora”.

Irreprensibile nel suo ruolo di ‘sentinella’ e ligio al dovere di consulente, Luigi Federiconi ha permesso con i suoi interventi tecnici il miglioramento delle condizioni – solo per fare alcuni esempi - in cui versavano le acque defluenti dal Monte Rosa, dal Monte Moro di Macugnaga, un deflusso naturale che insidiava la valle del Po giungendo fino all’Adriatico. Un bagaglio di esperienza che lo ha portato a considerare quanto sia ancora radicato un convincimento difficile da sfatare: il mare ha dimensioni tali da poter smaltire qualsiasi carico inquinante.

“Molte immagini che ci vengono restituite oggi dai principali mass media – afferma Luigi Federiconi - confermano che avevo ragione da vendere 60 anni orsono! La plastica ha invaso letteralmente il nostro pianeta. Sapete come? Principalmente per i mancati controlli, le bonifiche rinviate sine die. E’ noto che le immissioni con un’ampia componente organica, inoltre, consumino l’ossigeno sciolti in acqua. Un fenomeno che risulta essere ancora più grave se si considera che la solubilità dell’acqua dolce è inferiore. Una condizione che determina la formazione di idrogeno solforato, provocando la riduzione batterica dei solfati e l’eutrofizzazione. In pratica, si sprigiona un gas che avvelena la fauna del nostro patrimonio lacustre e salmastro. A ciò deve aggiungersi che sulla quasi la totalità delle coste marine nazionali, si affacciano zone insediamenti civili e industriali che determinano forme gravi di inquinamento. Un calcolo empirico che ho elaborato in base all’esperienza, mi ha permesso di mettere in file dei dati spaventosi. Con ogni probabilità, potremmo sostenere che il fiume Po, tributario dell’Adriatico, dopo aver attraversato la zona settentrionale dell’Italia per circa 678 chilometri, un territorio fortemente antropizzato, immette nel mare circa 10.000 tonnellate di fosforo, 80.000 di azoto, 64.000 di olio e idrocarburi, con un insieme di altre sostanze nocive non precisamente quantificabili. E’ evidente che le competenze esercitate dalle amministrazioni dello Stato, regionali e comunali, espresse anche dagli organi nazionali periferici, deve essere intensificata e ampliata. Il quadro normativo vigente presenta alcune zone oscure, che si frappongono a svantaggio dei riferimenti semplici e chiari, a salvaguardia del mare, della spiaggia e della terra ferma”.


A tal proposito, qual è stato il contributo che si è aggiunto alla sua vocazione professionale? “Trasformarmi in uno scrittore. Ho pubblicato 18 libri, che hanno via via trovato editori sempre più interessati e qualificati. Ne cito alcuni, ma per me sono stati tutti egualmente autorevoli: Hoepli, Maggioli, Franco Angeli, Giuffrè”.

 

Il titolo che ha venduto più copie? “E’ stato “La moderna tecnica delle fognature e gli impianti di depurazione” edito nel 1977 da Hoepli, che ha venduto 59mila copie. Il prossimo sarà “Come vivevamo, come viviamo, come vivremo”, è quasi ultimato”.

 

Una vita senza soste. Quando ha iniziato a lavorare? “A 6 anni – precisa sorridendo - con mio padre che allora stava collaborando alla realizzazione di pozzi artesiani in Libia. Venivo spesso portato in braccio, si avvicendavano i colleghi, gli amici e persino qualche illustre luminare dell’epoca. L’impegno sul serio inizia però a 21 anni, sempre con il babbo, questa volta nello studio di Varese”.

 

Non può essere finita qui, ci deve essere dell’altro. Giusto? “Giusto. Circa 18 anni, in qualità di delegato all’ambiente da parte del Vice Sindaco di Varese Daniele Zanzi, fa ho partecipato fattivamente a un’iniziativa, promossa insieme ad altri protagonisti istituzionali, e volta alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, per un uso responsabile di un ben prezioso come l’acqua. Ha riscosso un buon successo, il comune di Senigallia l’ha riproposta fino alla stagione estiva 2017”.

 

Come si chiamava questa campagna sociale? “Le sentinelle dell’acqua”.

Nulla a caso.

 

QUI l’articolo nell’ultimo numero di Geocentro